[una mia intervista per Agire Sociale]
Uidu (dalla pronuncia dell’inglese “we do”, noi facciamo) si definisce “il network socialmente utile – Il modo più facile per fare volontariato vicino a te, secondo i tuoi interessi e competenze.” Già dalla homepage si nota come una delle caratteristiche principali della piattaforma sia il mettere su una mappa organizzazioni, iniziative, opportunità di fare volontariato, con l’evidente obiettivo di favorire l’incontro sul territorio.
Ma c’è anche molto altro. Ne parliamo con Andrea Vanini, co-fondatore della piattaforma.
La genesi
Come nasce l’idea?
Il progetto nasce poco più di due anni fa dal sottoscritto e da Enrico, altro socio fondatore, sostanzialmente da due direttive. La prima, più “personale”, che parte dalla necessità e interesse per le opportunità di fare volontariato a chilometro zero. La seconda, più “accademica” – mi sono laureato con tesi su “terzo settore e web – basata sulla constatazione che molte associazione avessero (e hanno tuttora) grandi difficoltà a sfruttare i vantaggi delle nuove tecnologie.
Quali sono state le difficoltà a partire?
La parte tecnica in effetti è stata molto complessa – si tratta comunque di un investimento di lungo periodo, per avere una base solida per i cambiamenti, sia quelli già apportati che quelli in progetto per il futuro. Lo sviluppo del software è stato (ed è tuttora) gestito internamente, il che facilita il continuo aggiornamento e le integrazioni che abbiamo in programma.
Quali invece eventuali aiuti od eventi inattesi che hanno aiutato il progetto a vedere la luce?
In primis, soddisfazioni sull’aspetto caratterizzante della piattaforma, la geo-localizzazione, che è stata subito riconosciuta dagli utenti come importante. E qualche riconoscimento pubblico, come il premio Start Cup per il maggiore impatto sociale per la Lombardia, che fa sempre piacere.
Online!
Progetto avviato. Perché una associazione dovrebbe usare UIDU, oggi? Convinci gli indecisi.
Per molti motivi: innanzitutto, l’ottima compagnia – Uidu è la prima piattaforma in Italia per numero di organizzazioni (circa 850 al momento, dalle più piccole alle più strutturate).
Poi perché è una piattaforma multiservizi per tutte le tipologie di organizzazioni nonprofit: non solo permette una migliore ricerca di nuovi volontari e un meccanismo di visibilità delle proprie iniziative su base territoriale, ma anche l’accesso a servizi avanzati, come l’invio e reportistica di campagne DEM (servizio che lanceremo tra pochi giorni), o la possibilità di accedere al servizio di notifica dei Bandi di interesse filtrati per ciascuna associazione.
In aggiunta, e forse rappresenta il tassello più importante, il fatto che un buon numero di associazioni vicine ha trovato grazie alla piattaforma occasioni per collaborare su iniziative e progetti e per avviare con altre collaborazioni concrete sul territorio.
Qual’è l’impegno minimo per l’associazione che si registra?
(spesso è una questione importante, soprattutto per le piccole associazioni dove ciò dipende dalla disponibilità di una singola persona c’è il rischio di ritrovarsi poi con vari profili non aggiornati sparsi per il web)
Cominciamo con il definirlo diversamente da “impegno”.
Uidu è fatto di strumenti pensati per far risparmiare tempo e aumentare l’efficacia delle azioni di comunicazione e di gestione delle attività. Per questo, ad esempio, tramite uidu è possibile gestire i profili Facebook e Twitter pubblicando eventi e notizie in un colpo solo.
La comunità che si è creata su uidu fa si che non siano necessari aggiornamenti spasmodici. C’è una maggiore attenzione ai contenuti, che non “competono” con altre tematiche come avviene in altri social network. Quindi bastano pochi aggiornamenti al mese per generare relazione con i propri sostenitori. Questo tuttavia riguarda solo uidu.org come social network. Non essendoci solo questo, ed essendoci orientati verso servizi utili (come la ricerca bandi, newsletter), l’aspetto social viene come conseguenza, non come primo obiettivo. Resta da dire che le organizzazioni che l’hanno usato per comunicare il proprio operato hanno avuto degli ottimi risultati.
Perché un cittadino (non volontario) dovrebbe seguire UIDU? Ed eventualmente un’impresa privata?
Il singolo cittadino, può trovare occasioni per fare volontariato (anche saltuarie) e conoscere le associazioni su base territoriale. Può scegliere l’argomento che più la/lo interessa, l’associazione più vicina a se, e le attività che intende svolgere.
Ma il cittadino che abita un territorio non è in cerca “solo” di opportunità di fare volontariato. Visto che molti dei servizi sociali sono erogati dal Terzo settore, tramite uidu, il cittadino può cercare asili nidi, materne, servizi di cura per gli anziani, di trasporto sociale, comunità terapeutiche, case d’accoglienza, e altri servizi per categorie disagiate..
Infine, un aspetto importante è caratterizzato dai contatti tra persone iscritte alla piattaforma, la cui specializzazione li rende abitanti di uno stesso sistema di valori.
Per le aziende, invece, stiamo lavorando ad un servizio di “scouting” di progetti da supportare, sempre su base territoriale.
Quindi, passando i paragoni un po’ azzardati, forse più che un Facebook della solidarietà, si avvicina un po’ ad un LinkedIn del terzo settore?
In un certo senso, si. Stiamo anche lavorando a funzioni apposite in questa direzione. Ma (uidu) facciamo un passo alla volta e preferiamo evitare gli slogan ?
Ad oggi, di cosa (risultato, funzionalità, episodio..) siete particolarmente contenti e/o orgogliosi?
Pare banale, ma capita che a dieci chilometri di distanza alcune realtà non si conoscano, e se grazie a uidu.org capita l’occasione di incontrarsi e collaborare e nascono relazioni importanti, noi siamo più che orgogliosi.
In quest’anno molte associazioni hanno trovato, giusto per fare degli esempi, il gazebo di cui avevano bisogno, il computer che un’altra associazione dismetteva, una collaborazione per un bando, hanno organizzato iniziative in comune.
In aggiunta ai molti inserimenti nuovi volontari, che è caratteristica integrante della nostra missione.
Cosa invece non è andato come vi aspettavate o è stato cambiato in corsa, per necessità?
Quando scrivi le previsioni di crescita su un foglio di calcolo è facile farsi “prendere la mano”, naturale. Come è naturale che facilmente la realtà smentisca queste previsioni. Non si tratta però di una sopresa, fa parte del gioco. Per noi è stato importante essere flessibili e rapidi al punto giusto per riorganizzare la strategia.
Il futuro
Qual’è il business model? (spesso molti pensano che tutto ciò che ruota attorno a no-profit e volontariato sia sostanzialmente a costo zero.. ma è ovvio che i costi ci sono, e un servizio come questo deve sopravvivere!)
L’iscrizione alla piattaforma, che di fatto consente tutto quanto citato sinora, è completamente gratuita per le associazioni. A latere, tuttavia, eroghiamo servizi aggiuntivi a pagamento. Per ora ne abbiamo attivato uno, il servizio di segnalazione bandi per territorio e settore. A breve lanceremo il Servizio Newsletter per la gestione ed invio di campagne DEM.
La filosofia che ci guida si basa sul concetto che i progetti che hanno in mente di generare impatto sociale positivo, devono contenere meccanismi che ne garantiscano sostenibilità nel tempo. Altrimenti pur bello che sia, il progetto rischia fortemente di esaurirsi una volta finite le risorse dedicate.
Non siamo nel ben più ricco mercato statunitense, e difficilmente si muovono cifre enormi in questo settore. Ma stiamo costatando che creare una piattaforma di servizi che sta in piedi da sola è qualcosa di decisamente perseguibile e realizzabile.
Quante persone e per quanto tempo ha coinvolto la progettazione e realizzazione del software, e quanto impegna ora la gestione ordinaria?
Siamo 3/4 persone ad aver progettato e sviluppato la piattaforma, per la quale sono serviti circa 8-9 mesi per vedere la luce.
Cosa vi aspettate ed eventualmente cosa avete in mente per il futuro?
Entro fine anno inseriremo le aziende all’interno della piattaforma, e poi, nell’arco dell’anno prossimo, apriremo la piattaforma anche all’estero.
L’obiettivo di medio-lungo termine è di diventare una piattaforma di servizi per il terzo settore che generi relazioni reali, su base territoriale; un punto di riferimento per i servizi di cui le associazioni e i cittadini hanno bisogno.