Webforall weekend, una bella iniziativa

Webforall weekend, sceenshot della homepage del sito. Foto dei volontari didi Clickforall

Sabato 24 marzo ho avuto la possibilità di partecipare ad una giornata del primo Webforall weekend. Cos’è? Beh, tutte le spiegazioni sul sito.

Mutatis mutandis, un po’ mi ricorda, nelle modalità e negli scopi, il “nostro” riciclopc.

Non posso quindi non provare simpatia per l’iniziativa, e fare i complimenti per l’organizzazione. Un lavorone. Lo ammetto – non mi aspettavo così tanti volontari professionisti.
Vedremo i risultati per i progetti, soprattutto per quel che concerne il “poi” (la gestione autonoma da parte delle associazioni, che spesso è la nota dolente: forse con questo avvio, nel corso di due giorni di lavoro dedicato fianco a fianco, può dare una marcia in più per la successiva autonomia)

Interessanti anche i talk, funzionale (e replicabile) la formula dell’evento.

Trovo sintonia con le idee e la direzione dell’iniziativa e di molte cose emerse nei talk – che sono un po’ quel che cerco di fare nel mio piccolo, con tutti i limiti materiali, di “marketing” e del contesto poco ricettivo; per cui sono curioso di vedere come andrà il già accennato seguito (per i siti realizzati) e la sostenibilità di progetti di istituzioni, associazioni e aziende private, rivolti al volontariato e terzo settore (ed in generale alla cittadinanza attiva) presentati nella giornata di sabato.

Ne cito alcuni:

Clickforall (sito in arrivo): come webforall, ma per fotografi. Benvenuti! Ce n’è un gran bisogno, di comunicazione visuale di qualità. Imperversano le immagini pescate da google, quelle improvvisate di cattiva qualità, o quelle di serie (anche se buone, spesso molto generiche e astratte rispetto ai contenuti). Anche una sola foto ben fatta può fare la differenza, per non parlare di un set che racconta una storia e si integra bene con gli altri contenuti. Scommetto che le richieste non mancheranno.

Iperbole 2020: l’agenda digitale di Bologna. Niente male. Troppi spunti per riassumerli qui, rimando al sito per tutte le informazioni. Ah, e le slide dell’ottimo Marco Trotta.

Shinynote: beh, sono un po’ di parte. E’ molto simile ad una cosa che volevo fare io stesso (anche se limitato al volontariato e probabilmente solo su scala provinciale o regional,), e che mi hanno bocciato. Vediamo se ci riuscirà un’azienda, che credo ci guadagni da sponsorizzazioni (la responsabilità sociale d’impresa è più attuale che mai) ed un pochino dalle -pur ridotte- commissioni sulle donazioni. Le prime impressioni sono positive, alla fine mi sa che il raggiungimento della massa critica per rendere il progetto sostenibile e redditizio dipenderà più dal marketing, dalla comunicazione, che da questioni tecniche (che sembrano ben realizzate). L’idea di dare visibilità a storie positive di solidarietà e offrire uno strumento di crowd funding (raccolta fondi di piccole cifre tra tanti singoli), promuovendo il contatto ed il dialogo tra i sostenitori e le organizzazioni, ha certamente valore. Attendo i widget (e magari che in futuro passa crescere fino ad avere delle vere e proprie api)

Uidu (da pronunciare come “We do”): un social network per il no-profit (non ancora attivo), carina la presentazione, contagioso l’entusiasmo. Geolocazione e categorizzazioni, assieme al classico meccanismo del “mi piace”, potranno essere utili a favorire l’incontro tra organizzazioni e cittadini, potenziali volontari e sostenitori interessati agli aggiornamenti. Vedremo se l’iniziativa di giovani tecnici, bravi e competenti, riuscirà a penetrare nel variegato mondo del terzo settore, che forse conoscono poco (ma in fondo chi può dire di conoscere il terzo settore italiano? Forse Zamagni). Per la mia esperienza, sono pessimista. Ma -appunto- è la mia esperienza, e non è detto che non funzioni, soprattutto in certe aree e per certi argomenti più a portata di giovani.
L’aspetto più delicato secondo me è il crowd sourcing che, mi pare, in questo contesto spesso fatica.  Un po’ perché buona parte del terzo settore sconta una pesante inerzia rispetto alle nuove tecnologie, un po’ per una diffusa diffidenza, un po’ per oggettive difficoltà materiali delle piccole associazioni che, anche quando hanno una ampia consapevolezza dell’importanza della comunicazione, sono spesso sopraffatte dal “fare”, dalle urgenze, dalla scarsità di tempo e risorse, per curare qualcosa che viene visto comunque come una cosa in più da fare.
Chissà, forse è solo la mia esperienza particolarissima in una provincia relativamente piccola. Temo che il “mettiamo a disposizione uno strumento utile e ben fatto, segnalaci le tue cose” non funzioni molto. Però uno strumento fatto bene, un social network con bassa soglia di accesso, è probabilmente l’approccio migliore (e le premesse in questo caso sono buone): se riusciranno a sottrarre un po’ di post di foto di gattini e canzoni di sanremo da facebook, per portarli su dialoghi tra organizzazioni, progetti e sostenitori, sarà un successo.

In ogni caso, un sincero in bocca al lupo a tutti.

Nell’attesa del prossimo Webforall weekend.. chissà, magari a Ferrara